24/02/2022

COVID E POVERTÀ A ROMA

Una città sempre più frammentata e diseguale

È un dato di fatto che l’epidemia di Covid-19 abbia inciso in modo sensibile sul tenore di vita degli italiani nel loro complesso. Assai più difficile è tentare di misurare quanto essa abbia impattato a livello locale: per sapere se e come sono cambiate le mappe, occorrerebbero indicatori, dati, griglie territoriali di qualità che non sempre sono disponibili. Un contributo alla comprensione di quanto è accaduto nella Capitale nei mesi critici del 2020 lo fornisce un saggio di Carlo Romagnoli – “Roma Capitale e le sue nuove povertà – L’analisi statistico-demografica dei dati del Dipartimento Politiche Sociali” – pubblicato all’interno del rapporto di ricerca “Le nuove povertà nel territorio di Roma Capitale” (a cura di Nicola Ferrigni, Aracne Edizioni, 2021), elaborazione statistica eseguita da SocioLab–Fusp , a partire dal dataset 2020 messo a disposizione dal Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale.

Analizzando l’incremento dell’accesso a varie forme di sostegno economico messe a disposizione dalle Istituzioni (accesso al reddito di cittadinanza, accesso ai buoni spesa, accesso all’esenzione tariffaria per la fruizione di servizi scolastici), lo studio mostra come – in un periodo compreso grossomodo tra la prima ondata e la fine della stagione estiva 2020 – l’emergenza Covid sia riuscita a mettere in discussione gli standard di vita anche di molti tra quanti si ritenevano al sicuro dal rischio indigenza, dando vita ad un “nuovo paradigma della povertà”, intesa come una condizione estremamente eterogenea e mutevole, estremamente difficile da decodificare con le metriche utilizzate nel contesto pre–Covid. Il nuovo paradigma finisce così per lasciare un’impronta a macchia di leopardo sull’intero tessuto urbano, il segno di un’emergenza sociale ed economica capace di colpire più o meno duramente in base alle specificità della condizione personale e/o familiare prescindendo, almeno in parte, dall’appartenenza territoriale. Accanto alle nuove povertà, tuttavia, si confermano, e in alcuni casi si esasperano, le povertà preesistenti: vere e proprie sacche di indigenza che crescono in territori caratterizzati da diffuse povertà abitative, nonché da una cronica scarsità di servizi, molto spesso già al collasso quando non inesistenti, ancora prima della pandemia.

Come sempre occorre tenere presente che questa rappresentazione territoriale è pesantemente condizionata dal limite intrinseco della base dati a disposizione che, utilizzando come unità di analisi i municipi – territorialmente ampi e assai variegati al loro interno da un punto di vista sociodemografico – non riesce ad avere la granularità necessaria per permettere analisi di dettaglio. Molto più utile sarebbe restringere la griglia geografica utilizzata e raccogliere dati per ogni singolo quartiere, riducendo il campo di analisi a realtà che risultino quanto più possibile omogenee al loro interno. Per quanto preziosa, quella che ci viene restituita è quindi ancora una immagine parziale e sfocata della realtà, senz’altro utile per comprendere le tendenze di carattere più generale ma che impone la necessità di studi e ricerche sistematiche.

Prendendo le mosse da questo lavoro, abbiamo elaborato alcune mappe intese a fotografare il nuovo paradigma della povertà a Roma. In particolare, abbiamo preso in esame i seguenti indicatori:

  • la condizione reddituale dei residenti per Municipi antecedente all’inizio dell’emergenza sanitaria, basata sul reddito medio imponibile familiare dichiarato all’Agenzia delle Entrate;
  • la pressione esercitata su tre dei principali servizi di aiuto/assistenza erogati a livello nazionale o locale, analizzata per Municipi nel periodo del lockdown o nei mesi immediatamente successivi;
  • la diffusione del Covid per Zone Urbanistiche alla fine del 2021, analisi rilasciata recentemente da Mappa Roma elaborando i dati messi a disposizione dal dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio (dati epidemiologici) e dall’anagrafe di Roma Capitale (residenti).

Il T-0: l’impronta della diseguaglianza

Mappa 1 – Reddito familiare medio 2017

La prima mappa illustra, per così dire, il T0 delle fragilità economiche e sociali della Capitale: rappresentando in mappa il reddito medio imponibile familiare, così come misurato dall’Agenzia delle Entrate per l’esercizio fiscale 2017 (ultimo dato disponibile), regala una fotografia preventiva delle profonde diseguaglianze già in essere al momento della diffusione del Covid, evidenziando bene i territori nei quali il rischio per famiglie e individui di incorrere in situazioni di povertà assoluta o relativa è assai più alto della media. Colpisce un dato su tutti: nel 2017 nei Municipi IV, V e VI il livello di reddito era pari a circa la metà di quello percepito dai residenti nei Municipi I e II.

Impatto del Covid sull’accesso a diverse forme di sostegno

Mappa 2 – Impatto sull’accesso alle diverse forme di sostegno economico

La seconda mappa prende in esame il numero di beneficiari, in rapporto alla popolazione residente, di tre dei principali servizi di aiuto/assistenza (reddito di cittadinanza, buoni spesa ed esenzione tariffaria per servizi scolastici) erogati da parte dall’amministrazione centrale o locale nel periodo del lockdown o nei mesi immediatamente successivi. Queste misure assistenziali differiscono tra loro sotto molteplici punti di vista (soggetto erogatore, tempi/modalità di presentazione delle richieste, requisiti, importo, durata, ecc.), ma risultano accomunate da un minimo comun denominatore, essendo tutte incentrate sull’erogazione di un contributo di natura economica, sotto forma di risorse spendibili (buoni spesa e reddito di cittadinanza) o di risparmio rispetto ai regimi tariffari in vigore (esenzione tariffaria per la fruizione di servizi scolastici). Come si può notare, questa nuova mappa è esattamente speculare a quella, appena analizzata, del reddito, visto che alle prime tre posizioni compaiono i Municipi VI, V e IV (calcolando la media dei beneficiari x 1.000 residenti). Numeri relativamente elevati di richieste si registrano anche negli altri territori (a cominciare dall’XI, dal VII e dal X), e perfino nel I Municipio.

Impatto del Covid sull’accesso ai buoni spesa

Mappa 3 – Impatto sui buoni spesa

Il primo servizio rappresentato consiste nei buoni spesa, ovvero quei contributi economici erogati dal Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale per sostenere individui e famiglie in condizione di disagio assoluto e/o momentaneo nell’acquisto di generi alimentari e di prima necessità. Un sostegno che ha giocato un ruolo chiave nella risposta pubblico/privato all’emergenza economica e sociale innescata dalla pandemia, con poco meno di 70mila cittadini romani che ne hanno usufruito (29 ogni 1.000 residenti maggiorenni) tra la prima ondata Covid e l’inizio della stagione estiva, cui vanno sommati, con effetto moltiplicativo, i componenti dei rispettivi nuclei familiari (partner, figli, parenti, ecc.). Parliamo in massima parte di individui nel pieno della propria età lavorativa e che plausibilmente, a causa del Covid o ancor prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, si sono trovati nella condizione di dover fronteggiare una situazione di grave disagio sociale ed economico, non essendo in grado di sostenere l’acquisto, per sé e per la propria famiglia, anche solo di generi alimentari e prodotti di prima necessità. La localizzazione dei beneficiari dei buoni spesa per Municipio di riferimento mostra come il primato assoluto spetti, nuovamente, al quadrante composto dai Municipi IV, V e VI, sul quale insiste la più alta percentuale di beneficiari, sia in valore assoluto che in rapporto alla popolazione residente. Un primato ricorrente anche in altri punti dell’analisi che sottolinea il forte disagio dei residenti di questi territori ancor prima dell’avvio dell’emergenza sanitaria, economica e sociale legata al Covid.

Impatto della pandemia sull’accesso al reddito di cittadinanza

Mappa 4 – Impatto sul reddito di cittadinanza

Come i buoni spesa, anche il reddito di cittadinanza, ha dato un contributo significativo in un’ottica di sostegno economico immediato e concreto ai cittadini romani che, in parte o totalmente a causa della pandemia, si sono trovati in situazione di estrema difficoltà. Tra l’ultimo semestre antecedente all’inizio dell’emergenza sanitaria (richieste pervenute tra settembre 2019 e febbraio 2020) e quello immediatamente successivo (richieste pervenute tra marzo e agosto 2020), l’incremento del numero di beneficiari registrato a Roma è pari al +34%, dunque assai considerevole.

Se poi ai residenti nel Comune di Roma che hanno ricevuto il reddito di cittadinanza nel periodo compreso tra la prima ondata di Covid e la fine della stagione estiva (circa 55mila, 23 ogni 1.000 residenti maggiorenni) sommiamo quello dei componenti dei rispettivi nuclei familiari, è possibile stimare il bacino di utenza di questa specifica misura di sostegno economico in circa 120mila beneficiari (43 ogni 1.000 residenti).

È anche importante sottolineare come, di questa platea allargata, ben 29mila – pari al 23% – sia rappresentata da minori: poco più di 60 ogni 1.000 residenti minorenni, quasi il triplo rispetto alla platea adulta (23 ogni 1.000). Un dato preoccupante che certifica, casomai ce ne fosse bisogno, la fragilità di questa specifica fascia di popolazione e la frequenza con la quale bambini e giovani si trovano a dover vivere forme più o meno gravi di disagio sociale ed economico.

Sul piano territoriale, al quadrante costituito dai Municipi IV, V e VI – ancora una volta i più rappresentati in termini relativi nella distribuzione dei richiedenti per Municipio di residenza – si aggiunge l’area urbana del Municipio X.

Impatto della pandemia sull’accesso all’esenzione tariffaria per i servizi scolastici

Mappa 5 – Impatto sull’esenzione tariffaria dei servizi educativi

Il tema della presenza dei minori resta protagonista anche nel terzo servizio di assistenza e aiuto economico preso in esame, che comprende tutte le forme di agevolazione/esenzione tariffaria per la fruizione dei servizi scolastici (ristorazione, nidi e trasporti) attivati da Roma Capitale a sostegno dei genitori in situazione di forte difficoltà economica.

A fronte dei circa 12mila cittadini romani richiedenti questa esenzione, il numero di minorenni beneficiari è di oltre 15mila, con un rapporto medio di 1,3 minori per ciascun richiedente.

La mappa territoriale delle esenzioni tariffarie evidenzia, in continuità con quanto già rilevato rispetto a buoni spesa e reddito di cittadinanza, la significativa e più elevata concentrazione di beneficiari nell’area sud–est della Capitale, ovvero quella coincidente con i Municipi VI, V e VII (dove la Fondazione Paolo Bulgari concentra le sue attività ed è attiva in particolare con i progetti Tornasole e Cresco), nonché nel quadrante sud–ovest ed in particolare nel territorio del Municipio X.

Impatto della riduzione di reddito sui principali servizi assistenziali

Figura 1 – Impatto del Covid sul reddito familiare vs. pressione esercitata sui principali servizi assistenziali

La messa a sistema dei dati rilevati permette di identificare quattro cluster territoriali omogenei:

– Un primo cluster costituito dai Municipi IV, V e VI, nei quali il rischio per famiglie e individui di incorrere in situazioni di povertà è più alto della media ancor prima dell’emergenza sanitaria per via di un più basso livello di reddito; si tratta di famiglie vulnerabili, che già prima del Covid sperimentano forme più o meno gravi di disagio sociale e/o economico, e si rivolgono all’amministrazione capitolina per ricevere aiuti economici e altre forme di assistenza. Oltre alla difficile situazione pre–Covid, i municipi appartenenti a questo gruppo sono anche accomunati dal basso impatto generato dalla pandemia sulla propria situazione reddituale e l’elevata pressione esercitata sui servizi di assistenza. Si può dunque legittimamente supporre che tale pressione sia legata a situazioni pregresse e che ci troviamo di fronte ad una forma di povertà strutturale, persistente e cronica.

– Un secondo cluster costituito dai Municipi II, IX e VIII, ai primi posti nella classifica dei Municipi in base al reddito, caratterizzati da un impatto del Covid sull’economia familiare non trascurabile, accompagnato però da una ridotta pressione esercitata sui servizi assistenziali, in ragione della capacità di queste famiglie di far fronte autonomamente al calo del reddito generato dalla pandemia, facendo leva sui propri risparmi. Il rischio di veder precipitare la propria situazione economica verso situazioni di disagio economico è tuttavia presente e, qualora le circostanze non dovessero cambiare, con il passare dei mesi alcune situazioni potrebbero cronicizzarsi.

– Il terzo gruppo è invece costituito dai Municipi I, XV e XIII, quelli dove l’accesso ai servizi si è mantenuto costante, mentre la percentuale di individui che dichiara di aver subito una diminuzione del proprio reddito familiare si caratterizza per essere la più alta. Se consideriamo che i tre Municipi presentano evidenti disparità di reddito iniziale, è possibile supporre che in questo cluster il rischio di povertà non sia omogeneo e che al suo interno convivano situazioni in cui il disagio economico si è manifestato nella sua forma più occasionale, accanto ad altre in cui ha assunto una connotazione più duratura anche se non ancora strutturale.

– Il quarto ed ultimo gruppo, costituito dai Municipi III, VII, X, XI, XII, XIV è il più complesso da decifrare in un’ottica di rischio povertà e disagio economico. I fattori presi in esame (situazione economica pre–Covid, impatto della pandemia sul reddito, pressione esercitata sui servizi assistenziali) presentano valori medi ma, proprio per questo, si può supporre che le aree che ne fanno parte siano quelle potenzialmente maggiormente suscettibili ai cambiamenti, in una direzione (rischio povertà cronica) o nell’altra (rischio povertà occasionale).

Covid e povertà: un circolo vizioso

Mappe 6a e 6b – Impatto del Covid ogni 10.000 residenti

Alle mappe per Municipio realizzate a partire dagli indicatori messi a disposizione dal Comune di Roma, abbiamo voluto aggiungere, a conclusione di questo excursus cartografico ai tempi della pandemia, la mappa sulla diffusione cittadina dei casi di Covid confezionata recentemente da MappaRoma per Zone Urbanistiche. Sebbene la basa cartografica sia diversa (e in questo caso più precisa), salta subito agli occhi la somiglianza dell’impronta del deficit della campagna vaccinale (corrispondente a una maggiore penetrazione della pandemia) con l’impronta della pressione sui servizi: in questo caso la mappa si accende di rosso a Torre Angela, Borghesiana e Lunghezza nel Municipio VI; a Centocelle e Alessandrina nel Municipio V; a San Basilio nel Municipio IV. Corrispondenze tra mappe che suggeriscono un effetto di rinforzo e di rimandi reciproci – un vero e proprio circolo vizioso – tra povertà economiche e povertà educative-culturali.