Attenzione! Sui ragazzi più svantaggiati si sta per abbattere  “un’emergenza parallela a quella sanitaria, anche se invisibile e non documentata da bollettino quotidiano dei contagiati e dei morti causati dal virus – scrive Chiara Saraceno su Repubblica – Riguarda i bambini e i ragazzi in condizione di povertà o marginalità sociale, i cui genitori sono spesso senza lavoro, o hanno un lavoro precario, privo di protezioni sociali, che perciò difficilmente potranno accedere anche ai nuovi ammortizzatori sociali (cassa integrazione in deroga, estensione del fondo di integrazione salariale anche alle micro-imprese) e ai congedi parentali che sta mettendo a punto la ministra Bonetti per aiutare i genitori lavoratori a fronteggiare la situazione. Ancor meno possono accedere al lavoro a distanza. Il loro problema è non perdere il poco lavoro e reddito che hanno”.

L’articolo riprende gli appelli lanciati da Save the Children e dalle reti di associazioni impegnate sul fronte della tutela dell’infanzia,  Alleanza per l’Infanzia e Investing in children. “La situazione di possibile abbandono, di interruzione di processi di apprendimento e di costruzione di rapporti di fiducia e autostima a causa dell’interruzione simultanea delle lezioni e delle altre attività è al centro delle preoccupazioni di tutte quelle associazioni e persone che fin qui hanno lavorato con e a fianco di questi bambini e ragazzi…. Dalle esperienze e riflessioni di queste associazioni sono emerse indicazioni su come fronteggiare nell’immediato il rischio di deterioramento delle condizioni di questi bambini e ragazzi e anche sulla necessità che si incominci a mettere a punto un piano di azione per compensare gli svantaggi accumulati sul piano educativo e dell’apprendimento quando l’emergenza sarà finita.

Nell’immediato occorre continuare a garantire un pasto adeguato al giorno a chi ne fruiva gratis a scuola, vuoi con un servizio a domicilio, vuoi con voucher alimentari. Ma occorre anche fornire sostegno didattico ed educativo, con visite domiciliari, telefonate, fornitura di materiali, inclusi tablet e accesso a Internet, coinvolgendo sia gli insegnanti sia gli educatori che ora non possono operare nelle loro sedi. È importante mantenere il rapporto, far sentire a questi bambini e ragazzi che stanno a cuore, sono importanti, per chi ha la responsabilità di educarli. Ne potrebbero scaturire indicazioni, sia per le scuole sia per le associazioni, su che cosa e come fare dopo”.

La Repubblica