Marco Rossi-Doria è uno dei massimi esperti di scuola e di lotta alle povertà educative. Intervistato da Conchita Sannino sulle colonne di Repubblica, suggerisce alcune chiavi di lettura interessanti della crisi che ha investito drammaticamente anche la scuola.

1. In tutta Italia e a vari livelli si moltiplicano belle storie di resistenza educativa:

«Accadono, in questi giorni, anche cose bellissime. Ci sono mamme, a Secondigliano, periferia nord di Napoli, che impastano la farina e fanno il pane con i figli e condividono questi processi con la maestra a distanza. A Milano, in una scuola media, hanno iniziato a gestire una radio a distanza per fare compagnia agli anziani. a Torino. Succede che il bambino con disabilità viene chiamato al telefono anche quattro volte dalla sua insegnante di sostegno». 

2. La crisi rappresenta un’occasione:

«Questo dramma non può essere solo dolore  ma deve diventare un’occasione. La lezione frontale, l’assegno da eseguire, i compiti, la verifica… non possiamo fare come se nulla fosse. Come dice Giulia Tosoni, il problema non è cosa faremo quando riapriremo. Ma che tipo di scuola vorremo dopo. Io penso che il metodo di studio trasmissivo e conservatore della scuola italiana debba cambiare».

3. L’impatto delle distanze sociali sulla didattica a distanza conferma l’importanza strategica di contrastare le diseguaglianze educative (anche) all’interno della scuola:

«Bisognerà investire tutto sulle diseguaglianze, Non possiamo più permetterci dispersione scolastica e fallimento formativo. Non potranno più esistere alunni di serie A e di serie B».

 

fonte: La Repubblica