Ormai da qualche mese il Progetto Tornasole  è sbarcato sui social e pubblica con regolarità notizie e aggiornamenti provenienti dallo staff tecnico impegnato nelle numerose attività che caratterizzano l’intervento. Per quanti non lo ricordino, il progetto Tornasole, di durata quadriennale, è un cantiere di innovazione di innovazione pedagogica che mira a rinforzare l’intera comunità educante operativa all’interno del quadrante Est di Roma.  Questa settimana, la psicoterapeuta Valeria Lucatello, responsabile scientifica e animatrice delle sessioni di riflessione pedagogico-formativa con lo staff di progetto, ci offre un suo contributo relativo al cruciale ruolo dello psicologo e alla necessità che emerge di un ampliamento del suo setting di intervento. In particolare, viene evidenziata la necessità di adottare un’ottica sistemica del ruolo che si dimostri capace di superare la dimensione limitata costituita dal setting dello sportello di ascolto scolastico e di proiettarsi verso l’esterno, realizzando una maggiore e più piena sinergia con le diverse competenze presenti sul territorio.

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“Con gli psicologi impegnanti nel progetto Tornasole ci siamo incontrati per ragionare sulle diverse richieste provenienti dalla scuola e le possibili risposte, o meglio tipologie di setting, da predisporre per affrontare le situazioni nelle quali è richiesto il loro intervento.Nonostante lo sportello psicologico nella scuola sia diventato lo strumento più utilizzato per incontrare i ragazzi (delle medie e delle superiori), tra genitori e insegnanti abbiamo riflettuto anche sui limiti di un setting come questo, collocato in un ambito pubblico e complesso come quello scolastico.Ciò che stiamo capendo è che l’offerta di aiuto, supporto e comprensione verso i problemi – di qualunque provenienza essi siano ma ancor più quando questi arrivano dai ragazzi – non può rimanere chiusa all’interno dello sportello ma deve invece diventare l’occasione per costruire un intervento psico-educativo che coinvolga in un’ottica sistemica le diverse figure impegnate.Lo psicologo prende cosi sempre più la forma di colui che intercetta il problema ma che, dove necessario, costruisce sentieri che continuano sia dentro la scuola – coinvolgendo genitori, insegnanti, dirigente – che all’esterno, attivando servizi specialistici.Si profila inoltre un ruolo dello psicologo che “esce dallo sportello” e gira nelle classi, propone attività in co-presenza con insegnanti ed educatori e lavora attraverso contenuti coprogettati con le altre figure professionali, anche sulle dinamiche e i vissuti emotivi dei nostri ragazzi.Insomma lo psicologo nella scuola è utile dentro una squadra multi-professionale, nella quale ognuno mette in campo le proprie competenze ma fa spazio anche a quelle dell’altro, per costruire nuovi strumenti e provare a dare risposte articolate agli interrogativi e alle difficoltà che ragazzi e genitori ci portano.”
Valeria Lucatello