A Largo Mengaroni, le bambine e i bambini entrano alla spicciolata, da soli o accompagnati dai genitori, parlottando tra di loro o schiamazzando allegri. L’ora è quella dei laboratori artistici organizzati da Roberta Gentili, in collaborazione con il Cubo Libro. Man mano che arrivano, i piccoli allievi la chiamano, la salutano, si mettono tranquilli ad aspettarla. L’iniziativa è partita nell’anno della pandemia, quando il distanziamento sociale ha costretto a ripensare tutte le attività di gruppo e a spostarle in spazi ampi e possibilmente aperti. Gli appuntamenti creativi di Roberta a largo Mengaroni, però, non sono una novità, bensì una “costola” di analoghi progetti che porta avanti al Teatro Tor Bella Monaca, dove lavora anche come scenografa e attrice.

I laboratori artistici come spazio di libertà

“I laboratori sono un modo per far capire ai più piccoli che l’arte non è per forza stare tre ore a dipingere una fogliolina ma è un’occasione per conoscere persone a stare all’aria aperta”. L’esperimento funziona e il territorio risponde con entusiasmo. “Questa è una palestra del cuore e della mente; il genitore lo sa e ci porta il bambino, che resta, perché percepisce questo valore, magari non a livello razionale ma emotivo”. Così, incontro dopo incontro, il gruppo si allarga e si consolida. “Alcuni ragazzi che partecipano ai laboratori del Teatro”, spiega, “mi stanno seguendo anche qui al Cubo, perché sono situazioni differenti che molto spesso si compenetrano”. A rimanere unitario, invece, è l’obiettivo, cioè dare a ciascuno l’occasione per tirare fuori ciò che ha dentro. “C’è chi scrive, chi disegna, chi dipinge, chi fa teatro, chi non fa niente di tutto questo e magari ha altri modi per esprimersi; l’importante è che ognuno trovi una forma comoda, che gli appartiene e che una volta praticata lo fa sentire veramente libero”. E l’importante, per Roberta, è anche non aderire a un’idea di insegnamento e di educazione che si muovono dall’alto verso il basso. “Educare può significare tantissime cose, che io ti insegno qualcosa ma anche che tu lo insegni a me; per me, che mi occupo di cose artistiche, educare significa far guardare il mondo con occhi diversi e far esprimere le proprie emozioni”.

Teatro e comunità educante a Tor Bella Monaca

La visione di Roberta, quindi, compone un quadro in cui anche l’arte e il teatro sono parte della comunità educante. “Il teatro è comunità educante, perché da qui si diramano tante attività ma anche perché è un interlocutore importante per le scuole”. Una riflessione indubbiamente frutto del vissuto personale di una professionista dello spettacolo che ha conosciuto Tor Bella Monaca propria grazie al suo lavoro. “Io ho riscoperto il gusto di fare teatro qui, in periferia”, racconta. E ripensa al suo arrivo in zona, ormai otto anni fa. “Sono stati anni molto formativi, perché stando qui mi si sono aperte molte finestre che mi hanno fatto conoscere il quartiere in modo viscerale. Oggi c’è l’amore per questo posto ma ci sono anche momenti di rifiuto, perché Tor Bella Monaca ti strizza lo stomaco e ti fa toccare con mano situazioni complesse da reggere”. Il ricordo va soprattutto ai mesi in cui il Teatro è rimasto chiuso, in attesa di un nuovo bando. “Se lasci, qui diventa terra di nessuno, perciò devi esserci, perché devi fare vedere che sei presente”. È per questo che, nel tempo, il Teatro ha cercato di accreditarsi come punto di aggregazione principale nel territorio, puntando su tre pilastri: una proposta culturale di alto livello, biglietti a prezzi popolari e porte sempre aperte. “Nel vero senso della parola”, sottolinea Roberta, “anche d’inverno; ci sono persone che ci vengono a trovare anche solo per prendere un caffè insieme”.

Roberta Gentili fa parte dell’organico del Teatro Tor Bella Monaca e è responsabili dei laboratori artistici presso il Cubo Libro.