Fa discutere, in ambito pedagogico, la decisione di intitolare al «merito» il nuovo dicastero dell’Istruzione («Ministero dell’Istruzione e del Merito»), come spiega il maestro Franco Lorenzoni nell’intervista a lui dedicata su Collettiva.it.

L’idea di premiare i «meritevoli» presuppone che tutti abbiano la possibilità di competere ad armi pari. Nel caso in questione è fondamentale che gli alunni abbiano accesso alle stesse risorse educative e di istruzione: una valutazione «selettiva» (questo significa «merito» in ambito scolastico) che non tenga conto delle opportunità di partenza «rischia di fare parti eguali tra diseguali», ammoniva 60 anni fa Don Milani. Se guardiamo alla questione dall’osservatorio del cantiere CRESCO, ci accorgiamo che un ragazzino di Tor Bella Monaca deve fare i conti fin dall’inizio con un cumulo di diseguaglianze di opportunità, in termini di risorse economiche, sociali, educative, familiari e comunitarie, e con la completa assenza di politiche ad hoc capaci di sostenere la scuola che frequenta, alle prese con grandi problemi quotidiani (a cominciare dal turnover degli insegnanti), spesso disarmata davanti all’enormità della sfida educativa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: dispersione precoce già alle medie (un alunno su cinque, tra quelli di via dell’Archeologia); canalizzazione verso gli istituti tecnici e professionali e fallimento formativo per chi continua; impietose bocciature in serie già al primo anno per i meritevoli che tentano la strada del liceo.

Per invertire questo stato di cose, serve un forte investimento nella scuola pubblica per la qualificazione e la formazione degli insegnanti, per una didattica laboratoriale innovativa, per aumentare il tempo pieno, per riqualificare l’edilizia scolastica, per costruire nuove alleanze con i territori, eccetera. Serve una scuola democratica che rilanci il valore della cooperazione educativa. E servono interventi specifici per le aree più svantaggiate. I ragazzi di Tor Bella Monaca se lo meritano.