Quale scuola per salvare la democrazia?
Ciclo di incontri a Roma con il grande pedagogista francese Philippe Meirieu per riflettere su scuola e inclusione con studenti, insegnanti, educatori.
«La mia convinzione è questa e non demorderò mai: nella corsa sfrenata che vivono i nostri bambini oggi, la scoperta del piacere di apprendere resta l’atto fondante di tutta l’educazione»
Philippe Meirieu
Ha insegnato in quasi tutti gli ordini di scuola, operato assiduamente nel campo della formazione dei docenti, partecipato all’elaborazione di importanti riforme in Francia, pubblicato numerosi libri, molti dei quali disponibili in lingua italiana. Philippe Meirieu, uno dei più autorevoli pedagogisti francesi, attualmente professore emerito di Scienze dell’educazione all’Università Lumière Lyon II, sarà a Roma il 20 e il 21 ottobre per partecipare a un breve ciclo di incontri organizzato dall’associazione Dopolavoro Matematico, in collaborazione con Erickson, Istituto culturale francese, Fondazione Paolo Bulgari e progetto Tornasole. L’iniziativa prevede venerdì 20 un laboratorio con gli studenti (la mattina) e un incontro con gli insegnanti dedicato alle pratiche per un’educazione inclusiva (il pomeriggio) presso l’IIS Enzo Ferrari di via Contardo Ferrini; un seminario la mattina di sabato 21 ottobre presso la libreria Erickson con la partecipazione di illustri pedagogisti e studiosi italiani (Enrico Bottero, Dario Ianes, Pietro Lucisano, Christian Raimo, Elena Zizioli, Lista Stilo) e di alcuni docenti del Movimento di Cooperazione Educativa; e infine una lectio magistralis il sabato pomeriggio all’Istituto Francese di Roma. L’evento è accreditato dal Ministero dell’Istruzione e riconosce 10 ore di aggiornamento professionale al personale in servizio del comparto Scuola, previa registrazione e iscrizione al link: www.canalescuola.it/meirieu.
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Il dialogo di Meirieu con studenti, docenti, dirigenti scolastici e famiglie, ci invita a riflettere intorno alle seguenti domande, da sempre al centro delle ricerche del pedagogista francese:
Come si può insegnare a chi non ha voglia di apprendere? Come si fa a infondere il gusto di imparare?
La trasmissione del sapere è fragile, spesso aleatoria, e l’apprendimento è ingrato e pieno di trappole. Ecco perché per suscitare il desiderio di apprendere è necessario far accedere alunni e studenti alla gioia del comprendere, la gioia essenziale di tutta l’educazione. Bisogna cioè collocare il piacere nel cuore dell’apprendimento e “lungo tutto l’arco della vita”.
Come possiamo educare i più giovani al futuro in uno scenario storico politico, sociale e culturale sempre più complicato? E a cosa è più urgente educarli?
A partire da una riflessione sulla condizione di bambini e adolescenti nella nostra società, l’incontro con Philippe Meirieu può costituire un’occasione per analizzare i contributi pedagogici che favoriscono la costruzione di contesti educativi democratici e per rinnovare l’impegno a promuovere la formazione di studenti «capaci di ricreare il mondo».
Come fare della Scuola non un semplice servizio consegnato al conseguimento di interessi individuali, ma una istituzione capace di contribuire alla costruzione di una democrazia autentica?
Fondandosi sulla sua pluriennale esperienza d’insegnamento e formazione, Philippe Meirieu analizzerà i principi fondatori dell’istituzione Scuola, le tensioni costitutive della professione di insegnante, formatore ed educatore e gli strumenti pedagogici per la pratica didattica in classe. Rifiutando sia la nostalgia dell’autorità verticale e dei vecchi metodi, sia l’ingenuo spontaneismo dei fautori delle “scuole alternative”, due opposte tendenze oggi molto presenti nel dibattito pubblico.