OPERAZIONE CIELO

Un campus estivo spaziale a Tor Bella Monaca

Da lunedì 19 giugno la nuova Aula Giardino dell’Istituto comprensivo Melissa Bassi ospita Operazione Cielo, campo estivo spaziale e gratuito della durata di quattro settimane aperto a bambini e ragazzi tra i 10 e i 12 anni.

Concepito, portato in Italia e realizzato dall’Associazione il Cielo Itinerante nelle periferie di Napoli (Forcella, Quartieri Spagnoli, Scampia) e Milano (Giambellino), main sponsor Cassa Depositi e Prestiti, Operazione Cielo arriva a Tor Bella Monaca grazie al sostegno della Fondazione Paolo Bulgari.
Grazie a un ricco calendario di laboratori e attività ideate con l’obiettivo di avvicinare allo studio delle materie STEM attraverso metodologie formative innovative, alle molteplici attività collaterali sviluppate dagli operatori de Il Cielo itinerante (la visita alla sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, l’osservazione serale delle stelle) e dagli educatori delle associazioni, il campo estivo sarà un’occasione importante per tanti ragazzi, in un quartiere povero di spazi e di iniziative ricreative accessibili, di toccare il cielo con un dito. Anche perché, come insegna la lingua italiana, la parola cielo è quasi sempre sinonimo di gioia, felicità, e di elevazione oltre i propri orizzonti terreni fino al settimo cielo.

Leggi il comunicato de “Il Cielo Itinerante”
Foto di Fabio Moscatelli

A Roma l’iniziativa è resa possibile dalla collaborazione tra i tutor di Dopolavoro matematico formati per l’occasione dagli esperti dell’Università di Stanford, e gli educatori della Cooperativa sociale Antropos e dell’associazione Cubo libro attivi già da due anni nella scuola tramite il progetto Tornasole.

“Questa iniziativa – spiega Ersilia Vaudo, astrofisica italiana Chief Diversity Officer all’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e fondatrice dell’associazione il Cielo Itinerante – vuole sperimentare un metodo altamente innovativo di insegnamento della matematica, il metodo Youcubed, che instaura con la materia una relazione fortemente esperienziale – funi, cubi e forbici sostituiscono carta e penna – e valorizza la cooperazione e l’ascolto, riuscendo progressivamente a ribaltare convinzioni radicate, come quella di “non essere portati” o di sentirsi inadeguati rispetto a ragionamenti complessi, per alimentare in ogni bambino una più grande fiducia nelle proprie capacità e una nuova percezione di sé”.

Leggi l’intervista a Ersilia Vaudo

Se per Ersilia Vaudo la matematica è un abilitatore di futuro, per Raffaele Cariati, insegnante e formatore in forza a Dopolavoro matematico – gruppo di attivisti nato a Roma con l’obiettivo di rendere più coinvolgente  l’insegnamento della materia – l’apprendimento della matematica è una strategia fondamentale per costruire una cittadinanza consapevole. “In un Paese con l’ascensore sociale fermo, la sfida delle pari opportunità passa anche dalla promozione di una educazione matematica democratica, attraverso la condivisione di buone pratiche che permettano di prevenire l’abbandono implicito dell’apprendimento della disciplina. Una più grande inclusione nella matematica equivale a una democrazia più solida, meno disuguaglianze, e tante opportunità, reali e più giuste, di prepararsi al futuro prima che accada”.

L’importanza di un’educazione matematica per tutti

Secondo gli esperti tutti i bambini hanno «il senso dei numeri». Eppure, per come viene insegnata abitualmente in classe, la matematica appare a tanti una materia indigesta, difficile, «respingente», in senso letterale. Uno dei fattori alla base della disaffezione verso la scuola, un acceleratore di dispersione scolastica, piuttosto che un abilitatore di futuro. «L’insegnamento della matematica è un problema», confermano i dirigenti scolastici interpellati. «Servirebbe più formazione». In questo breve estratto, l’insegnante e formatore Raffale Cariati*, attivista di Dopolavoro Matematico, indica la straordinaria importanza di promuovere anche in Italia un’educazione matematica democratica.

Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito in Italia a un incremento della dispersione scolastica, a una radicalizzazione delle disuguaglianze in tutto il territorio nazionale, correlato alla pesante crisi economica.

In un Paese con l’ascensore sociale fermo, la sfida delle pari opportunità passa anche dalla promozione di una educazione matematica democratica, attraverso la condivisione di buone pratiche che permettano di prevenire l’abbandono implicito dell’apprendimento della disciplina.
La matematica è un linguaggio, un modo di pensare, un fattore di stima in sé stessi, un “abilitatore di futuro”, ha scritto l’astrofisica Ersilia Vaudo. L’apprendimento efficace della matematica concorre a determinare la possibilità di essere a proprio agio in quegli spazi dove si immagina e costruisce il domani, insegna il grande pedagogista francese Philippe Meirieu.

La Francia ha riconosciuto che l’esclusione dall’apprendimento della matematica ha un impatto sulla fiducia in sé stessi, induce senso di inadeguatezza, porta i cittadini a delegare sui ragionamenti complessi, a preferire le semplificazioni e a diffidare degli esperti. Con l’apprendimento della matematica si costruisce una cittadinanza consapevole.

Scegliamo anche noi questa strada, puntando sull’apprendimento della matematica. Secondo Dehaene, figura prominente nel campo delle scienze cognitive, abbiamo tutti un «senso dei numeri». La possibilità di appendere in modo significativo la matematica dipende dall’amore, o dalla diffidenza, per questa materia indotta prestissimo nei bambini dall’ambiente in cui sono immersi.

I bambini e le bambine che si convincono di “non essere portati” (innatismo) sono espressione di un fallimento pedagogico e di stereotipi familiari e sociali. E questo non possiamo più permettercelo. Se pensano di non essere portati è nostro dovere, come Paese, “portarceli”.
Una più grande inclusione nella matematica equivale a una democrazia più solida, meno disuguaglianze, e tante opportunità, reali e più giuste, di prepararsi al futuro prima che accada.

Occorre valorizzare relazioni e professionalità in rete che possano contaminare esperienze, formazioni in chiave democratica inclusiva. L’educazione matematica può essere un catalizzatore dell’incontro tra dirigenti scolastici, docenti, formatori, educatori, orientatori all’interno di un percorso di formazione continua, con lo scopo di realizzare un’opera di ingegneria didattica di una matematica “per tutti”.

Raffaele Cariati è insegnante e formatore per docenti in servizio per Canalescuola e De Agostini Scuola. Coordinatore del laboratorio didattico-tecnologico «Matematica, una questione di metodo».

Dopolavoro Matematico è un gruppo informale di attivisti, matematici, umanisti, fisici, ingegneri, informatici, persone, impegnato a diffondere la matematica, partendo dal presupposto che sia uno strumento indispensabile per la comprensione, il ragionamento, per interpretare e intervenire sulla realtà. «Interpretare la realtà che ci circonda è diritto di ogni cittadino e condizione necessaria per poterla trasformare, pensiamo quindi che diffondere la cultura matematica sia soprattutto un atto politico. A partire dunque da questo principio ognuno ha messo a disposizione competenze, passioni, esperienze, risorse, letture e bibliografie e capacità organizzative per proporre dei momenti di incontro e progettare insieme azioni sul territorio. Inoltre, la condivisione di una emergenza educativa e di un impoverimento culturale negli strati più fragili della società, legato anche ma non solo alla pandemia e all’isolamento che ha comportato, ci ha tenuti uniti». https://www.dopolavoromatematico.it

Foto di Mohamed Keita