Autore Mohamed Keita

Editore Punctum 2021

La casa editrice Punctum ha pubblicato “Roma 10/20”, una selezione delle splendide immagini realizzate da Mohamed Keita nella Capitale, curata da Marco Delogu. Una recensione.

Siamo abituati a pensare al mondo come a un insieme di cose che se ne stanno l’una accanto all’altra, indipendenti e autonome: io, la strada, la scalinata, la statua di Marco Aurelio, il lampione, una stella. La fisica del Novecento, invece, ci insegna che la realtà è ‘relazione’: ogni cosa è illuminata, ed è pure interconnessa con le altre e, almeno in parte, caratterizzata proprio dall’interazione con gli altri oggetti e perfino con noi che la osserviamo.
La ricerca avviata da Mohamed Keita a Roma parla di questo, ci racconta la struttura profonda dell’universo.
Più che sui singoli elementi dell’inquadratura, le sue immagini si appuntano e ci interrogano sulle interazioni tra luoghi, persone e cose. Ogni inquadratura offre allo sguardo un sofisticato gioco di accostamenti, combinazioni, giustapposizioni che fanno emergere nuove segrete corrispondenze, suggeriscono nuove associazioni e relazioni tra le cose. Un gioco che sorprende, spiazza, ci diverte, e ci obbliga a guardare la città con occhi nuovi.
Ecco allora l’immagine del pontefice effigiata su volantini pendere a pochi centimetri dalla carreggiata stradale vagamente sudicia. Ecco il trompe l’oeil del Colosseo, gli scorci inusuali che capovolgono le gerarchie spaziali consolidate, l’alto che va in basso e il basso che va in alto. Ecco gli abbinamenti inaspettati, buffi, che rigenerano lo sguardo. Se la teoria dei quanti rivoluziona il nostro modo di pensare il mondo, le fotografie di Mohamed ci aiutano a rinnovare il nostro immaginario stanco di Roma.

La città eterna diventa la città del qui e ora.
La capitale del mondo si fa città di tutti, urbe dei passanti.
Marmi di chiara fama fanno da sfondo a una folla anonima.

La strada è il luogo di elezione della ricerca di Mohamed Keita.
La strada acciottolata, lastricata, preziosamente ornata, oppure asfaltata, cementificata, invasa dalle macchine. Sempre diversa e sempre uguale nella sua funzione di via di comunicazione, luogo per eccellenza di relazione e di confronto, l’unico spazio pubblico dove ricco e povero si possono incontrare. È sulla strada che avviene l’incontro misterioso con l’Altro. L’Altro che nelle immagini di Mohamed Keita ci volta le spalle, lasciandoci con la curiosità di saperne di più: chi è, dove va, se mai lo rivedremo un giorno.
Tutte le strade portano a Roma, ripetiamo da troppo tempo.
Tutte le strade ci aprono al mondo, agli altri, alla possibilità di comprendere la struttura profonda delle cose, ribatte Keita.
Tutto sta a saperle guardare.

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